Molti non sanno cos’è un organigramma. Negli ambienti ecclesiali non è scontato che se ne intuisca l’importanza.
Quando si parla di organigramma si pensa subito a un’azienda, agli schemi grafici che hanno a che fare con la strutturazione dell’azienda stessa, i ruoli e le funzioni dei capi e dei dipendenti, cose che non riguardano la Chiesa.
Abbiamo detto, però, che la Parrocchia è anche una organizzazione di una comunità, su un determinato territorio. L’organizzazione ha lo scopo di far sì che essa risponda in modo più efficiente alle esigenze di evangelizzare nel nostro tempo.
Non lasciamoci ingannare da falsi spiritualismi. La Chiesa tutta e quindi la Parrocchia ha bisogno di essere organizzata per rispondere meglio alla sua missione.
Forse può essere un problema il sovraccarico di organizzazione nella Chiesa oggi. E questo è vero. Ma pensate ad una Chiesa senza uffici nazionali per la catechesi, per la liturgia, per la pastorale giovanile e a una diocesi senza gli stessi uffici. Tutto il peso di inventare la missione della Chiesa sarebbe sulle spalle delle singole parrocchie e ogni parrocchia dovrebbe inventarsi tutto.
Il detto: “Bisogna dare più spazio allo Spirito Santo” è un pensiero molto furbo ma non corrisponde allo spirito del Vangelo. SE dare fiducia allo Spirito Santo significa mettersi comodi sul divano e aspettare ciò che Lui susciterà, potremmo dire che si tratta di un peccato di superbia, perché è un alibi per de-responsabilizzarsi e pensare che lo Spirito Santo penserà a tutto.
La fede ci dice che lo Spirito Santo non farà mai opera di supplenza nei confronti del mandato che Gesù ha dato agli uomini e alle donne di portare il suo nome nei luoghi in cui ognuno vive e anche fino ai confini della terra.
Studiare la cultura di un luogo, la composizione di un territorio, la sua stratificazione sociale, ilo livello di istruzione scolastica e quello di cultura generale è un compito al quale la Chiesa non può sottrarsi.
Di nuovo, non si tratta di affidare alle interpretazioni sociologiche e alle statistiche la lettura, nella fede, della realtà, quanto piuttosto servirsi delle scienze moderne, nella misura in cui queste possono essere realmente utili agli scopi e alla missione della Chiesa, per meglio pianificare i passi della missione nel tempo.
La creazione di organismi di partecipazione risponde a questo bisogno.
Una parrocchia iperattiva, che organizza 12 mesi l’anno una serie infinita di iniziative, che crea movimento di gente, sarà vista come una parrocchia modello da tanti. Ma dobbiamo chiederci: questo attivismo corrisponde agli scopi della missione della Chiesa o è orientato solo ad attirare continuamente gente in Chiesa o attorno alla parrocchia. E’ più probabile che una parrocchia che predisponga itinerari di fede sia più fedele al vangelo di una che organizza serate di bingo, tombolate, sagre, cinema e altre attività tutto l’anno. Bisogna riconoscer, tuttavia, che la parrocchia ha anche la funzione di aggregare le persone, di aiutarle a uscire dall’anonimato del nostro tempo, di fornire alla società uno spazio di accoglienza umana e relazionale dove ognuno possa sentirsi a casa propria. E a questo scopo organizzare attività anche ludiche e di svago sono utili e necessarie. Aggregare le persone è un altissimo servizio umano e sociale. Ma per la parrocchia non è tutto. Non può esserlo.
La missione della parrocchia è raggiungere il cuore del mondo per annunciarvi Cristo come salvatore, con le parole e ancora più con il vissuto. E per questo la parrocchia deve essere strutturata e organizzata perché ogni singola parte, come in un corpo, svolga una funzione specifica, ma tutte insieme svolgano una funzione di sinergia, cioè delle funzioni diverse che, organicamente armonizzate, servono alla crescita e allo sviluppo del “tutto”, ossia di tutta la comunità parrocchiale.
E allora parliamo di organigramma anche per la parrocchia. Si tratta di uno strumento visivo che rappresenta l’organizzazione parrocchiale alla luce delle relazioni delle singole parti con il tutto (il rapporto dei singoli gruppi, associazioni, servizi, ministeri con la missione di tutta la parrocchia e la relazione delle singole parti fra di loro.
Diamo qui di seguito un esempio di organigramma della nostra parrocchia, sottolineando che nessun organigramma è perfetto in quanto nessuna organizzazione è perfetta. Anzi, ogni organizzazione, proprio perché ha coscienza di essere tale, sa che è sempre migliorabile. Ciò vuol dire che ogni organizzazione è sempre provvisoria e ogni organigramma è altrettanto provvisorio. Non bisogna assolutizzare né l’organizzazione né la sua rappresentazione grafica.
ORGANIGRAMMA DELLA PARROCCHIA

ORGANIGRAMMA DEL CONSIGLIO PASTORALE

CONCLUSIONE
Il cammino da fare per radunare un popolo, renderlo cosciente della sua vocazione alla vita cristiana e alla santità e della sua missione non è facile. Non aviene a colpi di eventi e iniziative ma piuttosto mediante itinerari di umanizzaione e di riscoperta della fede che, protratti nel tempo, possono incidere sulla cultura del popolo stesso e sulle coscienze individuali.
Pertanto nessuna parrocchia è perfetta. L’organigramma fotografa lo stato della parrocchia in quel determinato momento.
Il cammino da fare è molto. Occorre fede, lugimiranza, sapienza, saggezza e tanta, tanta pazienza per ricomporre la frattura, nel nostro tempo, fra vita e vangelo.