A Roma. «Disabili e no, siamo una cosa sola». Primo forum del Servizio Cei

Riflessioni antropologiche e decisioni concrete. Spazia sul mondo della disabilità a 360 gradi il primo Convegno nazionale organizzato dal Servizio Cei per la Pastorale delle persone con disabilità (Snppd), in programma domani e sabato a Roma. A dare il senso dell’ampiezza dei temi è già il titolo: «Noi non loro. La disabilità nella Chiesa». «Abbiamo preso spunto – spiega suor Veronica Amata Donatello, responsabile del Snppd – da un sacerdote gesuita, con disabilità, teologo, Justin Glyn, che lanciò la sfida in un articolo con questo titolo: “Noi, non loro”. Glyn, che sarà presente al convegno, scrisse: “Non siamo né particolarmente peccaminosi, né straordinariamente virtuosi, le nostre vite sono semplicemente diverse da chi è considerato privo di disabilità”. In poche parole, come superare la mera retorica dell’inclusione, per giungere a comprendere una volta per tutte che le persone con disabilità insieme a quelle senza sono un tutt’uno, senza distinzioni fra noi e loro».
I temi esaminati dal Convegno sono molti, quanti quelli che il Servizio Cei diretto da suor Donatello affronta quotidianamente: «La formazione del clero e degli operatori pastorali, e di chi lavora col mondo degli oratori. Ma anche l’ambito dell’abitare, che va dai centri diurni al “dopo di noi”. E poi stiamo lavorando sul progetto di vita delle persone con disabilità, per offrire una vasta gamma di servizi. Come disse il Papa: fare rete anche con l’associazionismo, che è una grandissima risorsa, e poi con la famiglia e i caregiver. Il nostro scopo è lavorare insieme e accompagnare le trasformazioni». Altrettanto intenso è il programma del Convegno: «Il Servizio – spiega suor Donatello – è nato poco prima della pandemia, molti di noi non si sono mai conosciuti. Ci sono più di trecento persone iscritte, partecipano otto conferenze episcopali estere, dall’America all’Europa; avremo 45 interventi, divisi per ambito: abitare, operatori pastorali, associazionismo». Il messaggio è ampio: «Vogliamo lanciare una sfida grande – insiste suor Donatello –, perché credo che a volte la fatica sia lavorare sui pregiudizi, sugli stereotipi. Occorre comprendere che l’interdipendenza di fatto è il destino dell’intera umanità, non solo di una parte o di qualcuno: la persona che si è fatta da sé ed è autonoma in tutto e per tutto è soltanto un mito, perché la nostra precisa essenza è l’essere in relazione». Conclude suor Donatello: «Il Papa nella Fratelli tutti dice che purtroppo oggi molte persone con disabilità esistono senza partecipare, senza appartenere. 

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https://www.avvenire.it/vita/pagine/disabili-e-no-siamo-una-cosa-sola-primo-forum-del-servizio-cei

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