Cenni Storici

Cenni storici sull’origine della Chiesa intitolata a Maria SS. Annunziata

Il paese di Brolo al tempo della costruzione della Chiesa Madre era costituito essenzialmente dal borgo adiacente al Castello e da poche case presenti lungo quella che adesso è l’attuale SS113 (la “Nazionale”). Esse arrivavano verosimilmente fino all’attuale Banco Unicredit e costituivano “il Fondaco”, un luogo dove il viandante dell’epoca poteva trovare vitto e alloggio. Era “Duca di Brolo” Girolamo appartenente alla famiglia dei Lancia, che per recuperare il titolo che gli era stato sottratto sul paese dovette vendere alcune baronie, fra cui quella ove adesso sorge la Chiesa Parrocchiale che venne fatta costruire nel 1764 da Ignazio Vincenzo Abbate, marchese di Lungarini. A memoria di questo, infatti è presente nella parte destra della Chiesa una lapide in marmo che riporta la seguente scritta:

HANC AEDEM EX BROLI BARO TUNC IGNATIUS ABBAS DIVAE NUNTIATAE CONDIDIT AERE SUO ET MARIANO SUB NATO INDE PAROECIA FACTA EST QUI DEDIT ET DOTEM NON PIETATE MINOR ANNO A P. V. 1764.”

“IGNAZIO ABATE ALLORA BARONE DI BROLO FECE COSTRUIRE A SUE SPESE PER LA DIVINA ANNUNZIATA QUESTA CHIESA CHE SOTTO SUO FIGLIO MARIANO DIVENNE PARROCCHIA IL QUALE LE DIEDE UNA DOTE NON MINORE DELLA PIETA’ ANNO A P V 1764”

Un disegno di Carl Grass, un famoso artista e scrittore del tempo, mostra il paese e la chiesa al tempo della sua costruzione.

Come si può notare la chiesa ha pressoché le sembianze di oggi, tranne una finestra centrale al posto dell’attuale rosone e vi è l’assenza dell’orologio. Nel disegno vi sono due campanili uguali da entrambi i lati, oggi invece resta solo quello di sinistra perché l’altro, dopo varie lesioni nel corso degli anni, è crollato definitivamente dopo il terremoto del 1908. La Chiesa di Brolo ha subìto trasformazioni importanti nel tempo. Anche il soffitto della Chiesa, così come si trova nella sua forma attuale, con le travi in legno, fa parte di lavori successivi di restauro che si sono succeduti negli anni.

Vista della Chiesa Madre, dal Castello, nel disegno di Carl Grass

La Chiesa si sviluppa su una pianta longitudinale di forma rettangolare ai cui lati sono annessi i locali della Sagrestia ad Ovest e quelli della Canonica ad Est. Essa presenta un’unica navata in cui a conclusione del presbiterio si trova l’altare centrale. Questo luogo è leggermente rialzato da due gradini e fino all’ultimo restauro avvenuto nel 2006 era separato dai banchi da una balaustra in marmo che è stata tolta per “avvicinare” il celebrante ai fedeli. Sempre all’interno del presbiterio è presente l’ambone e lo spazio per accogliere la corale parrocchiale. E’ presente un fonte battesimale di pregio artistico che si è conservato negli anni nella parte sinistra della navata, esattamente sotto il Crocifisso, all’ingresso sono invece presenti le due acquasantiere in marmo con corrispondente piedistallo, in corrispondenza delle quali sono presenti le due porte antiche che danno accesso al campanile e al loggiato predisposto per il coro. Nelle pareti laterali sono predisposti in maniera simmetrica otto cappelle, due delle quali si trovano nel presbiterio e in corrispondenza di alcune di esse sono presenti dei pregevoli affreschi di epoca settecentesca, oltre che le statue dei vari santi che hanno, ciascuno, la loro “storia”.

Informazioni statue e dipinti

Nelle pareti della Chiesa sono presenti tre dipinti che risalgono molto probabilmente al ‘700, si crede che siano stati realizzati, secondo il Falcone, da un pittore siciliano, un tal Russo di Barcellona. Essi ritraggono rispettivamente “Il transito di Giuseppe”, “La Natività” e la “Madonna del Rosario”; era presente un ulteriore affresco nella parete in cui adesso è collocata la Statua riguardante la Crocifissione di Cristo, risalente invece al Seicento, che però è andato perduto. Questi tre dipinti si vanno ad aggiungere all’”Annunciazione” che si trova sopra l’altare principale, nella parete sud dell’Edificio.

S. Pietro

La Statua di S. Pietro è collocata nella prima cappella a destra, insieme alla statua della Madonna Immacolata e quella di S. Giuseppe. Essa fu voluta fortemente da don Pietro Gembillo, uno dei proprietari terrieri più in vista del Paese nella prima metà del ‘900. Il suo acquisto risale all’incirca agli anni 50. Venne festeggiata, per un paio d’anni, il 29 giugno, giorno della sua memoria liturgica. La festa fu sospesa e mai più celebrata poiché, casualmente, in entrambe le occasioni, si verificò la morte improvvisa di un possidente del paese. Si diffuse la paura che “l’uscita” della statua dalla Chiesa fosse legata a presagi di morte per i benestanti e “per scaramanzia” si decise di non portarla più in processione ma di collocarla in Chiesa solo per dedicargli preghiere e doni votivi. Tale timore dura ancora oggi in una piccola parte della popolazione.

Santa Lucia

Santa Rita

La Statua di S. Rita è collocata sempre a destra nell’altare successivo a quello di S. Pietro e della Madonna Immacolata. Essa fu acquistata dai reduci di guerra del Paese che riuscirono a ritornare vivi dal fronte dopo la prima e la Seconda guerra mondiale. Infatti, proprio nella parte sottostante all’altare sono scalfiti nel marmo i nomi di alcuni dei soldati che ringraziavano la “santa dei casi impossibili” per aver loro concesso di ritornare a casa e poter riabbracciare i propri cari.

Sant’Antonino da Padova

La Statua di S. Antonino da Padova venne acquistata intorno agli anni 60 da un gruppo di abitanti del Paese che portavano il nome del Santo, i cosiddetti “Nini” e che in occasione del 13 Giugno si occupavano della realizzazione della festa con relativa processione. Adesso gran parte di essi sono venuti a mancare e nel corso degli anni la festa ha mantenuto unicamente la sua accezione religiosa.

La Statua della Pietà

La Statua della Pietà risale invece sicuramente a tempi molto più antichi delle Statue precedentemente nominate perché anche gli abitanti più anziani del Paese la ricordano da sempre in processione durante il Venerdì Santo per le vie del Paese.

Altre opere di pregio artistico presenti all’interno della Chiesa sono la vara della Madonna Annunziata, la “Sedia Gestatoria”, dell’Ottocento, presente ancora all’altare, che svolge la funzione di sede presidenziale per il Parroco e il “Pulpito”, che si trova fra il Crocifisso e la porta che dà accesso all’Ufficio parrocchiale. Si trova a circa due metri e mezzo di altezza dal suolo calpestabile dell’edificio e fino a poco tempo fa vi si poteva accedere dall’appartamento destinato al sacerdote. Per ovvi motivi di praticità adesso funge unicamente da elemento artistico caratteristico della navata.


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