Allarme. Psicofarmaci per sballare, «un ragazzo su 10 ne abusa» come rimedio al disagio

26 Gennaio 2023 da Viviana Daloiso
Tra le ragioni del consumo anche ansia, mancanza di autostima, paura di affrontare esami ed interrogazioni. Difficoltà psicologiche maturate e aumentate con la pandemia
Per noia e per divertirsi di più, il sabato sera. Perché è facile trovarli, oltre che economico. Perché mescolati ad altro – alcol, energy drink, cannabis – l’effetto è potenzialmente esplosivo. Ma anche per l’ansia da compito in classe, per la stanchezza pomeridiana che fa venire poca voglia di studiare, per i problemi di mamma e papà che rendono complicata la vita in casa.
È un allarme (l’ennesimo) su come stanno i nostri ragazzi, prima che su quali rischi sanitari corrono, quello lanciato ieri dagli psichiatri in occasione del XXIV Congresso nazionale della Società italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (Sinpf) in corso a Milano e Venezia. Sotto i riflettori, gli psicofarmaci, dalle benzodiazepine in giù, passando per le molte pillole per il sonno in commercio, per i farmaci dietetici, per quelli che aumentano l’attenzione. Di cui almeno un giovanissimo su dieci – questi i dati snocciolati dagli psichiatri – abusano.
Il fenomeno è in aumento costante ormai da 5 anni: la stima è che tra gli adolescenti sia cresciuto tra il 15% e il 20%, ma è la pandemia – con il lockdown, le restrizioni, l’isolamento in casa – ad aver fatto da catalizzatore. E uno studio del Cnr conferma come trovarli, gli psicofarmaci, sia diventato ormai semplicissimo: nel 42% dei casi negli armadietti di casa, acquistati (e non sufficientemente controllati) da mamma e papà; nel 28% su Internet, senza ricetta ovviamente; nel 22% per strada, dai coetanei che a loro volta li recuperano online e li rivendono.
Assumerli, spiega Matteo Balestrieri, ordinario di Psichiatria all’Università di Udine e co-presidente Sinpf, «rappresenta per molti un’ancora di rassicurazione per aumentare le performance scolastiche e i livelli di attenzione, per migliorare l’aspetto fisico quando combinati a prodotti dietetici, per potenziare i livelli di autostima, per sentirsi in forma, migliorando sonno e umore, e molti giovani sono dunque spinti ad assumerli sfuggendo al controllo in famiglia».
Ma se all’interno di un percorso terapeutico a 360 gradi, gli psicofarmaci «sono fondamentali per curare le malattie mentali anche nei giovani e non bisogna averne paura – aggiunge il direttore emerito di Psichiatria all’ospedale Fatebenefratelli di Milano, Claudio Mencacci –, se invece vengono usati con modalità e intenzioni diverse non aiutano e soprattutto possono avere ripercussioni negative».
Da qui la necessità, espressa con forza dagli psichiatri, di avviare campagne di sensibilizzazione sul fenomeno e i rischi associati alla possibile dipendenza da abuso di psicofarmaci, tanto più grave se fuori controllo medico, e di azioni educative che ne favoriscano il contrasto anche con il coinvolgimento delle famiglie, della scuola e della classe medica.
Anche perché da sommare alla nuova emergenza c’è quella “vecchia”, legata al consumo di droghe: il 18% dei nostri studenti ne ha utilizzata almeno una nel corso del 2021, il 2,8% ne ha fatto un uso frequente e quasi il 10% di loro è un “poliutilizzatore” (ha abusato cioè di almeno due sostanze negli ultimi 12 mesi). Con la cannabis che continua a farla da padrona, diffusa sempre più capillarmente e sempre meno percepita come rischiosa, complice il dibattito pubblico e politico distorto legato alla sua possibile “legalizzazione”.

fonte: https://www.avvenire.it/attualita/pagine/psicofarmaci-abuso-tra-minori-e-giovani-in-crescita

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